Da dieci anni insegno in un liceo artistico di Roma che ha due sedi. Ho lavorato nella succursale per nove anni e da settembre sono nella sede centrale. Una costante fissa, nella mia vita lavorativa, è stato un collega di Scienze, originario di Palermo. Allampanato, con barba e capelli brizzolati, loquela invadente e martellante. Energia indomita e incontrollabile. Un vulcano, anzi un’Etna in piena e costante attività. Viso da subito familiare, senza poter trovare riscontro nella memoria. Abbiamo attraversato questi anni tra chiacchiere esplosive, considerazioni amare, consolazioni reciproche e risate incontenibili. Costante il nostro ritrovarci alle 7.45 in sala prof ad ascoltare, ballando, “Pesciolino” by Tony Nuvola e, alle 13,00 circa, in auto per conquistare la libertà.

Una mattina, fermati dalla polizia ad un posto di blocco, io sbianco e lui continua a soliloquiare noncurante. Nel ravanare istericamente nella borsa alla ricerca dei documenti, mi rendo conto che la polizia è interessata solo a lui: “Signore! Il suo documento!”. Esclama impetuoso l’agente, così l’illuminazione: è uguale a Bin Laden!

Sarà stato il destino a voler che fossimo spostati entrambi, ben interpretando il mio desiderio. È insostituibile chi è dotato di interessi, competenza, visione totale della realtà e grande senso dell’humor.

Ebbene, ieri mattina, sempre in sala prof, ma di un austero edificio, dinnanzi a Bin Laden e ad un altro collega, tipo Massimo Lopez, ben integrato nel gruppetto, proclamo il mio coraggio: “Sabato prossimo andrò a Palermo con l’aereo in compagnia di un’amica cacasotto come me. Per superare la paura di volare!

Massimo Lopez: “E tu proprio Palermo e Punta Raisi scegli come prima volta! C’è sempre vento, l’aero sbanda a destra e a manca. C’è poi una montagna infinita, una striscetta di terra e il mare. L’aereo, nella bufera del vento, deve virare, cercare di scansare la montagna e pure il mare!”

Bin Laden: “L’aereo sembra che atterri in mare, ma tu non preoccuparti, che poi la prende la pista.”

La sequela di iettatura sull’inevitabile incidente aereo continua inesorabile.

Finché per me il sollievo: “Ma avrò la fortuna di morire in mare, come desidero io!”

Lopez: “Tesooooro, muori schiantata contro la montagna!”

Bin: “Nooooo, non glielo dire! Le hai rovinato l’epilogo desiderato!”

Risate a profusione, gioia straripante e, finalmente, paura definitamente esorcizzata: “Sarà bello trascorrere l’ultima settimana di vita insieme a voi!

Tima Dano