di FaTima GiorDano
Dal 15 marzo al 26 giugno 2022, Palazzo Bonaparte a Roma, ospita alcune opere di due insigni e ricercati artisti contemporanei. Due modi diversi d’interpretare l’arte, ma entrambi efficaci e trascinanti.
Al secondo piano del palazzo, che ospitò fino alla morte Madame Letizia Ramolino, Jago, al secolo Jacopo Cardillo, espone opere di eccezionale bellezza: i Sassi che costituiscono la materia prima, presi dal greto del fiumi e già parzialmente lavorati dalla natura e Apparato circolatorio, con 30 cuori di ceramica messi in circolo per non scindere vita e morte ognuno con una fase specifica del battito cardiaco. Questa installazione è completata da un video in cui ogni pulsazione si può percepire visivamente.
Ma ancora Habemus hominem ovvero il papa svestito. E’ il mezzobusto di papa Benedetto XVI che, nel 2013, dopo l’abdicazione, Jago decise di spogliare per liberare l’uomo dal personaggio. Realizzato con tecnica tradizionale, come tutte le sue opere, presenta gli occhi cavi che seguono il movimento dello spettatore. Tra le più toccanti la Pietà, modellata sulle fattezze fisiognomiche dello stesso artista frusinate che s’ispira alla morte del bambino di Aleppo, Figlio velato ispirato al Cristo Velato della cappella Sansevero di Napoli e l’impressionante Venere, ispirata all’omonima dei Musei Capitolini, che si palesa, ai nostri occhi increduli in tutta la sua disarmante vetustà.
Al primo piano, sono ospitati i video di Bill Viola, “Icons of Light”, curata dalla moglie Kira Perov. Sono quindici opere datate tra il 1977 e il 2014: la serie Martyrs, Ascension, the Reflecting pool realizzate con la tecnica dello slow motion. Di grande impatto emotivo The Greeting, ispirato all’arte antica ed in particolare alla Visitazione del Pontormo. Qui, l’artista newyorkese intende rappresentare un momento semplice e quotidiano, quello dell’incontro di tre donne, evidenziandone le dinamiche sociali ed interiori.