Vagare nell’attesa, che noia! Però ho portato con me ogni sorta di distrazione intellettuale da onorare all’interno di un bar-caffé. Bah!….l’inerzia mi attanaglia.
Ma sì! Vediamo cosa c’è qui in giro. La vanità vince sempre. Neanche il tempo di pensare ed ecco materializzarsi, dietro una vetrina, una sala con dentro un ricciuto e longilineo uomo alle prese con una tintura. Il suo nome, dicunt, Gaio. Ecco! Eureka! Una “siringa” di fiducia estetica non guasta mai.
L’ambiente è apparentemente attraente: specchi, poltroncine in pelle, posters di donne con capigliature affascinanti, lacche di ogni sorta, divanetto biposto, riviste di gossip, nail art corner, almeno tre clienti.
Le gambe si muovono da sole verso l’invitante ed accattivante antro. Varcata la soglia, la vie che mi si dipana davanti non è più tanto en rose.
Le persone presenti: cliente con tinta nera pece brillante ed umida in testa, uomo, ma non troppo, bald con leggins nero aderentissimo effetto sacchetto della monnezza, uomo ricciuto di cui sopra, sorella gravida dei due stylists summenzionati, madre dei suddetti e della gravida ed, infine, bambino seienne con cellulare intermittente. La sequela continua: sotto gli specchi, muri scrostati, poi a seguire shampoo nella sala definita “interna” che in realtà era la grotta sotterranea del negozio, puzza di umido, mani tremanti ed odoranti di sigaretta dello sciampista semi-sexy, asciugatura con spazzola rigorosamente in setole di cinghiale nel rispetto della natura, bambino ipercinetico con audio spaccatimpani del cellulare, bald effeminato isterico a causa del bambino iperattivo e, dulcis in fundo, messa in piega a spinacio cadente che se li avessi asciugati nature, me medesima, col phon a casa sarebbero usciti meglio. Addio asciugatura effetto mosso…..Addio iniezione di fiducia …..Addio altrui sguardo femminile invidioso…..
« 21 euro, grazie!»
E’ lecito piangere?
F. G.