Come ogni mattina dal 6 marzo, mi ritrovo en passant e fintamente noncurante in piazza Testaccio. La motivazione ufficiale è far passeggiare la mia adorata bassottina Isotta. Il percorso che dovrei fare sarebbe un altro senonché io adoro lo spazio perfettamente quadrato e luminoso di quel luogo come anche la fontana con le anfore, le panchine lignee e gli alberi. Il sole onnipresente. A questo si unisce l’ intensa presenza umana che la rende ancora più ospitale. Mentre Isotta annusa con tenacia il suolo, io ammiro e penso, quando improvvisamente ieri una visione! Urlo più che posso, come mai avrei fatto ricordando le interdizioni materne verso questa bieca pratica. “Vittorio! Vittorio!” Tutti si girano. Anche lui, ma per motivi diversi. Poi, finalmente, il miracolo! Lui tenta di venirmi incontro, io sono spinta verso di lui, ma poi l’arresto necessario e si svolge la scena consueta di questi ultimi tempi: una conversazione tra un marciapiede e l’ altro ed una strada in mezzo. Banale e scontato il tema del dialogo. Lui, appena uscito dalla macelleria, ha comprato un pollo da cucinare con le patate per il giorno di Pasqua.
In tempi normali, ciò avrebbe evocato in me una tregenda insopportabile: gallinacei allevati in gabbie-galera, massacri cruenti e malvagi, urla disumane per la violenza subita da un essere vivente la cui unica sorte è quella, dopo un percorso gastrico, di finire nel pozzo nero di una città come tante. L’avrei guardato di sbieco, con disapprovazione cercando di instillare in lui il senso di colpa per il cannibalismo che avrebbe consumato di lì a poco.
Naturalmente non siamo in tempi normali ed il pollo massacrato assume l’allure della convivialità, una sorta di Simposio platonico. Intorno al tavolo che ospita le cosce coronate di dorate patate croccanti, ilarità, risa, occhi scintillanti, progetti di evasione, spensieratezza, reciprocità affettiva. Ed ecco un morso allo stomaco, un nodo alla gola e il formicolio agli occhi. No, non è un colpo di fulmine! E’ un’alterazione emotiva inarrestabile che oltrepassa la diga e divampa in un’esplosione incontenibile. E’ tutto ciò che è stato costipato lentamente, costantemente. E’ l’ascetismo praticato coattivamente. Poi la liberazione. “Sono contenta di averti visto. A presto, speriamo!”
Una certezza si dipana dinnanzi ai miei occhi: il pollo con le patate sarà uno dei ricordi più commoventi della mia vita!
Fatima Giordano
Storia perfetta per descrivere, nello stile che ti contraddistingue, la situazione attuale ed i sentimenti che ognuno di noi prova.
Credo che ognuno di noi abbia provato sensazioni di alterazione emotiva e se ne sia anche sentito stupito.
Quello che ci manca di più in questo momento sono i rapporti umani, la condivisione la vicinanza. Speriamo davvero di poterci presto ritrovare con i nostri cari, i nostri amici ed organizzare un bel ritrovo conviviale in cui il piatto forte sia..pollo arrosto con le patate!
Potremmo, però, anche optare per un sano piatto vegetariano che non comporti sacrifici. Le melanzane sono dei vegetali intramontabili!
Prosa limpida e ben curata, che coglie nel segno una realtà che appare surreale e che purtroppo stiamo vivendo. Realtà che talvolta ci fa mettere da parte le nostre convinzioni, anche quelle più radicate, per dar spazio all’ inebriante sete di rapporti umani
Sensazioni comuni che riescono ad essere espresse solo da persone non comuni! L’ironia nella descrizione dei fatti semplici alleggerisce la tragicità di una situazione unica nella storia. Un bel contrasto per 5 minuti di umanità…. p.s. ma è Vittorio che conosco anche io? Baci e al prossimo post….
Uno stile godibile accompagna la tua capacità unica di sintetizzare le emozioni umane. Le tue storie non si leggono, si vivono. Grazie Fatima.