Le nordiche, fin dall’infanzia, per me facevano parte di una categoria umana aliena. Erano un pregiudizio, persone da evitare. A nulla valse, da sedicenne, un’amicizia sincera con una tortonese. Ha sconfinato la sua natura estiva ed è durata alcuni anni. Era un’eccezione. Ne ero convinta. Le nordiche erano poco eleganti, con un taglio di capelli pratico e niente trucco. Sicuramente fredde e distaccate: algide. Da ventenne, all’Elba, venni adescata con la mia amica Flavia, dietro un cassonetto della spazzatura da un milanese. Dopo poco, arrivò la moglie, modello prima descritto, che con serenità, decisione e compassione invitò il consorte a lasciarci in pace, dopo averci lanciato uno sguardo di solidarietà. Poi, a Roma, ne ho conosciute altre, di nordiche naturalmente. Mi hanno risolto problemi che neanche sapevo di avere, mi hanno offerto aiuto con la tranquillità di poter rifiutare senza essere giudicata o invisa. Sono naturalmente e totalmente se stesse. Dimostrano affetto, senza invadenza e con rispetto. Ed ora, niente più pregiudizi. W le nordiche, ma w anche le sudicie per la loro calda ed espansiva affettività!
Tima Dano